Idee e coraggio: da loro abbiamo tanto da imparare DAL TERRITORIO / Primo Piano

di Cristiano Iacopozzi
Presidente Consiglio di Amministrazione ChiantiBanca

 

Ho la fortuna di trovarmi spesso a confronto con i giovani. E di questo mi sento privilegiato: ho la speranza di riuscire a trasmettere loro almeno una parte dell’arricchimento che traggo dai loro comportamenti, dalle loro parole, dal loro esempio.

I giovani ci aiutano a migliorare, ne ho sempre più spesso riprova. Sono migliori di quanto lo eravamo noi alla loro età. Non hanno paura di essere giudicati: fanno. Dimostrano. Azzardano. Amo la curiosità e la passione che mettono in campo nei pensieri che guidano scelte non sempre condivisibili ma mai banali. Doti non comuni, tutt’altro: hanno originalità e intraprendenza di chi ha ambizioni “sane” e allunga lo sguardo oltre il domani.

Abbiamo bisogno di loro. Delle loro idee. Dai giovani arriva lo stimolo a migliorare, a non conservare – anche la parte dei privilegi –, a mantenere ciò che, anche molto faticosamente, è stato costruito: in una società che volge alla continua evoluzione e a un cambiamento molto più rapido di quanto sia la percezione, la velocità di pensiero è l’arma che va incontro al progresso e mantiene il passo coi tempi.

E’ una riflessione a livello globale che trova riscontro concreto anche nel mondo bancario – tradizionalmente, e non a torto, ritenuto uno dei simboli del conservatorismo – e ancor più nel particolare nel credito cooperativo, il “nostro” mondo, quello a cui orgogliosamente apparteniamo e di cui portiamo avanti, con immutata convinzione, gli stessi valori tramandati in centoquarant’anni di storia (in Italia la prima cassa rurale, come venivano chiamate le “banchine” locali, risale al 1883).

Il mondo cooperativo è diverso. Meglio: è “differente”, l’aggettivo individuato in una riuscitissima pubblicità di tempi addietro che esaltava la nostra realtà e ne faceva spiccare l’unicità come segno distintivo: le banche di credito cooperativo uniche lo sono davvero e lo danno riprova ogni giorno, perché capaci, cosa rara ormai, di mettere al centro di qualsiasi progetto la Persona.

Non è uno slogan men che meno un “esercizio” di facile attuazione. Le banche di credito cooperativo, le Bcc, hanno la capacità non comune di sapere (e aver voglia di) ascoltare chi ci sta davanti, che in un mondo sempre più accelerato, e sempre meno disposto a rallentare e riflettere, fa tutta la differenza possibile. Le banche di credito cooperativo sono abiti sartoriali cuciti addosso ai bisogni delle persone: hanno la conoscenza diretta dei territori e dei loro attori come valore inestimabile, non si affidano a strumenti asettici che valutano il macro ma non arrivano a percepire il particolare e il valore umano, qualità che alla fine creano spesso lo spartiacque fra quello che è giusto e quello che porta all’errore.

Non esiste bene più prezioso della Persona. Che per una Bcc significa il Cliente – ChiantiBanca ne ha oltre centodiecimila – ma soprattutto il Socio che, assieme al nostro personale dipendente, è il bene più prezioso su cui possiamo contare. Ne abbiamo quasi trentamila – quinta banca in Italia, prima in Toscana –, rappresentano il nostro vanto e lo stimolo per fare sempre di più e sempre di meglio. Quello che vado chiedendo in particolare ai Giovani Soci: idee ed entusiasmo. Che, in altri termini, significa dare continuità e basi solide a un progetto meraviglioso in tutti noi continuiamo a credere.