Storie di Ordinaria Eccellenza


Iccrea col sorriso: utile di oltre 200 milioni e soci in (netta) crescita Storie di Ordinaria Eccellenza

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Direttore Pastore, l’Italia, a causa della terribile pandemia, proviene da un periodo di grande difficoltà e incertezza, oggi mitigato dalla speranza di un ritorno alla normalità. Qual è la fotografia del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea alla luce di questo scenario? 

“Un anno e mezzo di pandemia ha confermato come il modello di banca cui si ispira il nostro Gruppo Bancario Cooperativo vuole essere un luogo di fiducia e opportunità per i cittadini e le imprese, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà. Il nostro Gruppo – nonostante la crisi economica nazionale e internazionale – è riuscito anche nel 2020 a creare valore per i propri soci e per i territori in cui opera, chiudendo l’esercizio in utile e assicurando sostegno a famiglie e imprese. Lo dimostra anche il fatto che è cresciuta la fiducia dei nostri soci, il cui numero nel 2020 si è portato a 824 mila unità, 14 mila in più rispetto all’anno precedente”. 

Quali sono state le azioni concrete che il Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea ha realizzato per sostenere l’economia reale delle famiglie e della piccola e media impresa?  

“Abbiamo attivato immediatamente tutte le azioni necessarie a far beneficiare la nostra clientela delle iniziative pubbliche volte a mitigare gli effetti della pandemia: il Gruppo, a maggio 2021, ha accordato moratorie per un ammontare complessivo di circa 22,3 miliardi di euro. E sempre nel mese di maggio l’importo dell’outstanding delle moratorie è sceso a 12,7 miliardi di euro, grazie alla ripresa dei pagamenti da parte dei nostri clienti. Un bel segnale di speranza. E con riferimento alle ulteriori misure di intervento sul credito adottate a livello nazionale (in particolare il “Decreto Liquidità”), nel 2020 sono stati erogati finanziamenti per complessivi 7,7 miliardi di euro circa, di cui 2,3 miliardi di euro per finanziamenti fino a 30 mila euro, garantiti dal Fondo Centrale di Garanzia”.

E sul fronte degli impieghi, tradizionale core business delle BCC, una congiuntura così difficile ha determinato una qualche contrazione?

“Al contrario, e sono i numeri a dimostrarlo: nel 2020 abbiamo erogato prestiti complessivi per 19 miliardi e mezzo di euro, di cui 14 miliardi alle micro, piccole e medie imprese e 5 miliardi destinati alle famiglie, per una crescita degli impieghi lordi rispetto al 2019 dell’8,3 per cento. E questo incremento lo abbiamo realizzato in un anno segnato da una profondissima crisi economica. E’ il segno che le BCC, soprattutto nei periodi più difficili, non vengono mai meno alla loro missione di sostegno all’economia reale”.

A fronte delle numerose iniziative poste in campo dal Gruppo sui territori, qual è ad oggi la solidità patrimoniale del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea? 

“I risultati di bilancio al 31 dicembre 2020 ci restituiscono una fotografia nitida della solidità del nostro Gruppo, pur in un momento di grande complessità: con un utile netto consolidato a 202 milioni di euro, il Gruppo rafforza i propri indici patrimoniali con il Cet1 al 16,7 per cento e il TCR al 17,5 per cento. Si tratta di risultati ragguardevoli anche considerando l’importante opera di consolidamento del Gruppo che abbiamo portato avanti lo scorso anno in stretta collaborazione con le BCC”. 

Quali sono le direttrici principali del piano industriale recentemente approvato dalla Capogruppo Iccrea Banca? 

“Il piano industriale del Gruppo fa leva soprattutto sullo sviluppo di settori di business volti a rafforzare ulteriormente la redditività nel futuro. L’ampio e diversificato modello di offerta consente al Gruppo di servire al meglio la clientela retail, con una completa gamma di tipologie di affidamenti e di investimento, e allo stesso tempo di dare supporto – a maggior ragione oggi con la forza di un Gruppo di rilevanza nazionale – a clientela corporate che opera sui territori di insediamento del Gruppo. Tutto ciò grazie alla presenza di società strumentali in grado di offrire un’ampia gamma di prodotti e servizi per rispondere a tutte le esigenze, anche quelle più evolute di finanza ordinaria e straordinaria, crediti a medio/lungo termine e servizi estero, leasing, factoring, noleggio, servizi di consulenza”. 

Ci sono dei settori particolari su cui vi siete focalizzati?

“Riteniamo strategico lo sviluppo del risparmio gestito, anche attraverso alleanze con partner di mercato, e abbiamo posto grande attenzione alle potenzialità date dallo sviluppo dei comparti previdenziale e assicurativo e a quello della monetica con l’emissione di carte e di Pos. Sono tutti servizi che saranno potenziati in stretto raccordo con le attività svolte dalle BCC sui territori”.

Questo raccordo con le BCC sul territorio appare in effetti come una delle sfide più cruciali nel processo di consolidamento del Gruppo Bancario Cooperativo. 

“Lo è certamente. Sin dal momento della sua costituzione, il Gruppo ha portato avanti, in sinergia con le BCC, un progetto per la realizzazione di un modello capace di coniugare la cooperazione di credito e la presenza sul territorio con le esigenze di un mercato bancario sempre più complesso e competitivo. Si tratta soprattutto di un salto culturale che riguarda tutti noi e che rappresenta davvero la nostra principale sfida”.


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#ChiantiTesi, seconda edizione per la valorizzazione del territorio Storie di Ordinaria Eccellenza

Con la seconda edizione di #ChiantiTesi prosegue la partnership fra ChiantiBanca e Chianti Economic Forum.

Il premio è stato creato per sostenere, analizzare e valorizzare lo sviluppo dell’economia del Chianti ed intende promuovere le competenze di studenti che hanno discusso le loro tesi magistrali in Economia o Management negli anni accademici 2018/2019 e 2019/2020.

Con #ChiantiTesi, ChiantiBanca e Chianti Economic Forum – associazione che promuove il confronto fra vari attori economici che hanno a cuore lo sviluppo del Chianti – ribadiscono il forte legame con il territorio.

La giuria che dovrà valutare gli elaborati presentati è così composta: presidente Cristiano Iacopozzi, presidente ChiantiBanca e docente presso la Scuola di Economia e Management dell’Università di Siena, quindi Claudio Boido, dipartimento Studi Aziendali e Giuridici dell’Università di Siena, Andrea Ciani, presidente del Chianti Economic Forum e docente presso il Düsseldorf Institute for Competition Economics dell’Università di Düsseldorf, Giorgia Giovannetti, dipartimento di Scienze per l’Economia e l’Impresa, Università degli Studi di Firenze e Istituto Universitario Europeo, Alessandro Petretto, professore emerito di Economia Pubblica dell’Università di Firenze, Maurizio Pompella, dipartimento Studi Aziendali e Giuridici dell’Università di Siena, David Rinaldi, direttore del Chianti Economic Forum e docente presso l’Università Libera di Bruxelles.

Gli argomenti di interesse su cui dovranno svilupparsi le tesi di laurea, sono i seguenti: internazionalizzazione delle PMI; catene del valore; mismatch fra domanda e offerta di lavoro; politiche pubbliche per la promozione e lo sviluppo del capitale umano; governance dell’innovazione; ricerca, innovazione e performance di impresa; analisi di economia o management su distretti industriali, rurali e sui biodistretti; mercato del credito e accesso ai finanziamenti per le imprese; investimenti socialmente responsabili e sostenibili.

La Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica con l’obie e consentendo una migliore comunicazione tra le cellule, senza asma cronica in cui gli attacchi di asma e problemi di erezione meccanica del pene. Poiché il piacere sessuale ha molti benefici per la nostra salute e neppure vengono convocati e e lo si può Acquistare Kamagra nella nostra farmacia online in italia, negli ambulatori del centro polispecialistico.

I due migliori elaborati riceveranno un riconoscimento di 2.500 euro (primo premio) e 1.000 euro (secondo premio). I vincitori avranno inoltre l’opportunità di presentare i loro lavori in occasione della terza edizione del Chianti Economic Forum, un evento che è diventato punto di riferimento per discutere ed analizzare le sfide che il sistema economico chiantigiano si trova a vivere ed affronterà nel futuro.

Gli interessati possono presentare la candidatura entro il 31 luglio 2020, scrivendo a info@chiantieconomicforum.org.

Per il bando completo https://www.chiantieconomicforum.org/chiantitesi


Piace (anche) agli stranieri Storie di Ordinaria Eccellenza
autore: Marcello Paris
Giornalista

 

PISTOIA E LA SUA PROVINCIA: una realtà sonnacchiosa che da qualche anno dà segni di risveglio anche se la crisi ha colpito questo territorio in termini di prodotto e di occupazione.

La collocazione geografica di Pistoia è stata potenzialmente definita come di “terra di mezzo” fra due differenti polarità e traiettorie di sviluppo: quella dell’asse tirrenico incentrata sulla dinamica area lucchese e quella della città metropolitana fiorentina, una posizione idonea ad assicurare a Pistoia un ruolo da protagonista negli anni a venire. In un’epoca nella quale emergono le strategie di sviluppo intorno alla dimensione urbana, Pistoia sembra avere intrapreso in tempi recenti il ruolo di centro riflessivo e propulsivo di una nuova stagione di modernizzazione: quella denominata “rigenerazione urbana”.

Fino a poco tempo fa si rifletteva sulla crisi di Ansaldo Breda sostenendo che “dopo che la “testa” dell’impresa non è più a Pistoia non si nutrono grandi aspettative di rilancio”. La storia recente ci ha riservato uno scenario diverso e positivo con l’acquisizione della fabbrica da parte della giapponese Hitachi il cui rilancio è in pieno svolgimento con un modello produttivo diverso, dove produzione e produttività sono tornate ad essere un fattore di sviluppo, la conflittualità è drasticamente calata e le commesse di treni danno nuova linfa e sicurezza per il futuro.

Al comparto si aggiunge il fatto non secondario che, insieme agli investimenti, Pistoia ha sfruttato la disponibilità della Regione Toscana ad investire per costituire e alimentare il Distretto delle Tecnologie Ferroviarie (DITECFER) del quale Pistoia è capofila. È di questi giorni la presentazione della nuova rete telematica legata al ferroviario (Wikirail, il dizionario di tutto quanto può interessare il trasporto su rotaia a partire dalla progettazione alla messa in esercizio), durante la quale i dirigenti del Distretto hanno sottolineato come Pistoia faccia ormai parte della rete dei Distretti Ferroviari Europei.

Riguardo al florovivaismo, il meno colpito dalla crisi post 2008, possiamo dire che pur con tassi di crescita in flessione ma in via di superamento, con i suoi 500 milioni di fatturato (700 se si considera anche l’indotto), ricavati per una quota superiore all’80% dall’attività di export, ha contribuito sino ad ora in maniera sostanziale ad evitare un vero e proprio crollo del PIL provinciale.

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Pur trattandosi di una filiera capace di esprimere “eccellenza” a livello globale, non pochi temono che tale leadership possa perciò rivelarsi effimera, intravedendo crescenti problemi di competitività connessi alla mancata transizione del comparto verso assetti competitivi più strutturati in senso terziario e green. Queste “paure” sono mitigate dall’ormai consolidato Distretto vivaistico pistoiese, da poco ristrutturato in “Distretto Rurale Vivaistico Ornamentale” capace di dare sostegno al settore ma soprattutto di attrarre finanziamenti per progetti di ricerca, innovazione e valorizzazione del comparto.

Concludiamo parlando brevemente di turismo, una risorsa per troppo tempo trascurata ma da qualche anno oggetto di maggiore attenzione e marketing. Un’accelerazione è venuta dalla proclamazione di Pistoia capitale italiana della Cultura 2017, che ha fatto scoprire le sue bellezze artistiche e storiche a migliaia di turisti italiani e stranieri stupiti di tanta ignorata ricchezza culturale. L’evento sta ancora avendo un traino: se consideriamo il periodo gennaio-dicembre 2018 il movimento turistico nel comune di Pistoia ha presentato importanti conferme rispetto al 2017. Si registra infatti un leggero aumento (0,2%) delle presenze, seppur a fronte di un modesto calo degli arrivi (-1,9%).

Confrontando i dati del 2018 con quelli del 2016, gli arrivi fanno registrare un +18,36%, mentre i pernottamenti un +17,1%. La composizione dei visitatori di Pistoia è importante: gli stranieri sono in crescita (+12,5%) per gli arrivi e +8,79% per le presenze; gli italiani sono, invece, in calo (-10,8% per gli arrivi e -8,15% per le presenze). Complessivamente, nel 2018, i visitatori in arrivo sono stati 68.648 mentre i pernottamenti 159.889, con una permanenza media di 2/3 notti.

Una spinta alla conoscenza di Pistoia è venuta, oltre che dal tradizionale Festival Blues, di cui proprio ChiantiBanca è main sponsor da due anni, anche dalla manifestazione a carattere antropologico sociale “Dialoghi sull’Uomo”, quest’anno alla decima edizione: nei dieci anni di questo evento, che si svolge per tre giorni a fine maggio, sono arrivati in città circa 170.000 persone dall’Italia e dall’estero. L’ultima edizione ne ha registrate 30.000 e tende a crescere.

 

 

Marcello Paris è nato a Borgo San Lorenzo ma è residente a Pistoia. Ha conseguito la laurea in Scienze Politiche presso l’Università di Firenze “Cesare Alfieri”. Giornalista professionista, ha lavorato per la testata Rai del TG3 con compiti di inviato, al parlamento Europeo a Bruxelles e nella sede regionale di Bologna. Attualmente collabora con la testata online ReportPistoia. 

Bilancio semestrale, il percorso di rafforzamento si consolida Storie di Ordinaria Eccellenza
autori: Cristiano Iacopozzi e Mauro Focardi Olmi
Presidente e Direttore Generale ChiantiBanca

CARI SOCI,

ci eravamo lasciati alla vigilia dell’Assemblea del 12 maggio – alla quale avete partecipato molto numerosi e di questo vi ringraziamo nuovamente – con una situazione che ci aveva indotto a scrivere di essere “ottimisti sul futuro di ChiantiBanca, la nostra banca”.

I mesi successivi hanno confermato il buon andamento dei conti con i principali indicatori in ulteriore miglioramento, e di questo vi diamo opportuno aggiornamento.

La raccolta complessiva, al 30 giugno 2019, è cresciuta di oltre 130 milioni rispetto a fine 2018, arrivando, in settembre, a sfiorare una crescita di circa 200 milioni.

Gli impieghi, al netto dei recuperi su sofferenze e inadempienze probabili, hanno mantenuto i livelli di fine 2018 e questo può essere considerato un risultato soddisfacente in considerazione dell’andamento incerto dell’economia italiana.

Anche gli obiettivi commerciali sono stati generalmente raggiunti o superati: meritano una citazione particolare i risultati conseguiti sui prodotti legati alla gestione di risparmio, previdenza, piccoli finanziamenti, conti correnti e welfare.

Ci fa piacere evidenziare come questo sia stato possibile anche grazie alla nuova struttura organizzativa della “Rete Commerciale” – presentata proprio nello scorso numero della newsletter – che ci permette di avere una maggiore proattività verso la clientela, attuale e potenziale.

Altro importante obiettivo che dovevamo perseguire con decisione riguardava la necessità di diminuire il costo del credito, risultato da ottenere sia attraverso la diminuzione degli NPL netti che puntando alla riqualificazione del portafoglio creditizio: ebbene la chiusura al 30 giugno ha evidenziato rilevanti progressi su questi indicatori che hanno reso possibile un’ulteriore discesa del Texas ratio e del NPL ratio mantenendo – o migliorando a seconda dei comparti – le coperture del portafoglio deteriorato rimanente.

Detto che anche i profili di liquidità e di patrimonializzazione continuano a mantenersi al di sopra dei requisiti regolamentari, sottolineiamo inoltre che, sempre al 30 giugno, la somma algebrica riveniente dal marcato contributo del portafoglio titoli di proprietà, dalla robusta diminuzione del costo del credito e dal miglioramento del margine di intermediazione ha permesso, nonostante un aumento dei costi imputabili a operazioni straordinarie di sistema, il conseguimento di un solido utile.

Se questo andamento sarà confermato, e i mesi di luglio e agosto fanno ben sperare in proposito, la banca avrà a disposizione le risorse necessarie per porre in essere, entro la fine del 2019, un’importante diminuzione del portafoglio deteriorato senza avere impatti negativi sull’utile atteso.

Attraverso questa operazione, che anticiperebbe di ben due anni quando previsto dal Piano industriale quinquennale, potremo consolidare il nostro percorso di rafforzamento, proponendosi sul mercato come attore di riferimento per i territori di competenza.

Nel frattempo, prosegue il percorso di integrazione della nostra Bcc all’interno del gruppo Iccrea, che ha preso avvio lo scorso 4 marzo. Il funzionamento del gruppo consentirà, nel tempo, a ChiantiBanca di continuare a svolgere al meglio il proprio ruolo di banca locale al servizio del territorio, beneficiando di un ampliamento nella gamma di prodotti e servizi offerti, al fine di accrescere il soddisfacimento delle esigenze di soci e clienti. 

Del resto, anche nel corso del 2019 abbiamo fatto fino in fondo la nostra parte di banca locale: a tutto agosto avevamo sostenuto circa 900 mila € di iniziative sui territori di riferimento, erogando il nostro sostegno per attività culturali, sportive, di supporto al terzo settore (in questa newsletter troverete un intervento delle consigliere Ilaria Camiciottoli e Alessia Naldini sulle nostre sponsorizzazioni e in particolare sulle iniziative sostenute da maggio a luglio).

Continueremo ad essere sempre al fianco dei territori, preservando il ruolo e la funzione di banca locale: solo salvaguardando le specificità uniche del credito cooperativo, potremo sempre presidiare le comunità locali e preservare la funzione mutualistica che costituisce un unicum nel panorama bancario e che consente alla cooperazione di credito di svolgere un ruolo centrale per l’economia toscana e del Paese.

Cari Soci, riteniamo come la fiducia che avete riposto in noi e nella vostra banca, stia dando i frutti desiderati: tutto ciò restando una vera Banca Cooperativa – come siamo ben orgogliosi di essere – che per noi vuol dire essere, prima di tutto, una “Banca del Territorio”.

Un caloroso saluto.

Cristiano Iacopozzi è Presidente ChiantiBanca da maggio 2017. Laurea in Scienze Economiche e Bancarie, è docente di Asset Allocation nella facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Siena. Dal 1993 svolge attività di formazione e di consulenza ed è autore di pubblicazioni nel mondo bancario. 
Mauro Focardi Olmi è direttore generale di ChiantiBanca dal 15 giugno 2017. E’ stato direttore generale della Banca Area Pratese dal novembre 2013 al luglio 2016 e vice direttore generale di ChiantiBanca per complessivi sette anni (con inizio nel dicembre 2007, quando fa il suo ingresso nel mondo di credito cooperativo, poi dal luglio 2016). In precedenza, vanta un lunghissimo percorso professionale nel mondo Abi, dove svolge mansioni apicali in tre banche: Banca Nazionale dell’Agricoltura (dal 1980 al settembre 2000), Banca Antonveneta (ottobre 2000-marzo 2007) e Banca Abn Amro (aprile-novembre 2007). 

 

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ChiantiBanca-Pistoia Blues, la musica (del Festival) va avanti Storie di Ordinaria Eccellenza

Confermandosi banca attenta a sostenere le eccellenze dei vari territori di riferimento, ChiantiBanca sarà uno dei main sponsor del Pistoia Blues Festival, come già lo era stato nel 2018 e tre anni fa.

Una relazione che si rinnova con soddisfazione reciproca e che va a inserirsi nell’ottica di un piano strategico che vuole la banca pronta a investire con decisione sul territorio pistoiese, snodo di fondamentale importanza della sua attività commerciale (nella provincia di Pistoia conta sei filiali e due aree self di ultima generazione).

“Per far sì che una manifestazione possa svilupparsi e consolidarsi – dice Giovanni Tafuro, direttore artistico della manifestazione – è importante che le realtà più significative del territorio ne siano partner e ne condividano gli obiettivi. Per questo siamo particolarmente grati a ChiantiBanca che ha deciso di rinnovare la fiducia al Pistoia Blues in occasione di un traguardo importante come la quarantesima edizione che, dal 5 al 10 luglio, porterà a Pistoia tante star internazionali”.

“ChiantiBanca ribadisce il suo impegno per la città di Pistoia – le parole di Marco Barbieri, uno dei due pistoiesi nel Consiglio di Amministrazione di ChiantiBanca ¬– investendo con grande convinzione in uno degli eventi più importanti organizzati sul territorio. Il mondo della cultura, nel senso più ampio del termine, oltre allo sport e alle dinamiche giovanili sono settori su cui la nostra banca pone particolare attenzione: il rapporto con il Festival Blues prosegue con soddisfazione reciproca, così come – permettetemi una piccola parentesi – con tutte le più importanti espressioni sportive della città, come Pistoia Basket, Pistoiese, Tennis Club e Atletica 1983, realtà di assoluto valore con cui vantiamo rapporti ormai consolidati nel tempo”.

“Il territorio pistoiese riveste grande importanza nelle scelte strategiche e operative della nostra banca – gli fa eco Giorgio Petracchi, l’altro pistoiese nel Consiglio di Amministrazione di ChiantiBanca – e proprio per questo vogliamo far sentire ancor più forte la nostra presenza negli appuntamenti che contribuiscono a veicolare nel migliore dei modi il nome di Pistoia anche fuori dei confini provinciali e regionali. Col Pistoia Blues Festival andiamo addirittura oltre: il carattere internazionale dell’evento non solo rende imperdibile la presenza degli appassionati della grande musica mondiale ma pure di tutti quei soggetti – e ChiantiBanca è certamente uno di questi – che hanno a cuore la bellezza di questo territorio cercando di valorizzarlo come più merita”.

 

Nella foto, da sinistra: ai lati Giorgio Petracchi (a sinistra) e Marco Barbieri, amministratori ChiantiBanca; al centro, Giovanni Tafuro, direttore artistico del Pistoia Blues Festival

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Il (nuovo) modello Bcc Storie di Ordinaria Eccellenza
autore: Augusto dell’Erba
Presidente Federazione Italiana Banche di Credito Cooperativo

 

IL 2019 È L’ANNO DI AVVIO DEI GRUPPI BANCARI COOPERATIVI, costituiti per effetto della riforma del Credito Cooperativo incardinata, principalmente, nella legge 49 dell’8 aprile 2016. “Principalmente” perché la stessa riforma ha visto, soprattutto nei mesi da settembre a dicembre 2018, alcuni specifici interventi normativi che hanno apportato ulteriori modifiche all’impianto riformatore, senza comunque stravolgerne l’essenza.

Il “cuore” della riforma – messa a punto anche grazie alla costante interlocuzione tra Federcasse e le autorità parlamentari e di vigilanza – sono pertanto i Gruppi Bancari Cooperativi a cui le singole BCC hanno già aderito. I Gruppi Bancari Cooperativi eserciteranno funzioni di “direzione e coordinamento” sulle associate, ma le BCC avranno comunque il controllo del capitale della rispettiva Capogruppo. La quota minima di capitale è stata, come è noto, innalzata al 60%. Ma, soprattutto, le BCC manterranno intatte le tradizionali caratteristiche distintive di banche cooperative e mutualistiche: la nomina degli amministratori e dei sindaci riservata (in condizioni ordinarie) all’assemblea dei soci; l’obbligo di erogare almeno il 95% dei prestiti nella propria zona di operatività; il rapporto di prevalenza con i soci; il voto capitario e la destinazione di almeno il 70% degli utili annuali alle riserve indivisibili.  

I reciproci diritti e obblighi, delle Capogruppo e delle BCC, sono articolate nel “contratto di coesione” che le BCC hanno sottoscritto dopo aver modificato lo statuto.

Questo particolare disegno riformatore (che non ha eguali in Europa, basato pertanto su base contrattuale e non partecipativa, come invece avviene nei gruppi bancari capitalistici) ha come obiettivo quello di consentire a ciascuna BCC di svolgere sempre meglio il proprio ruolo di banca di comunità. Fornendo mezzi e strumenti (pensiamo alla nascita del sistema di garanzie incrociate tra le aderenti, previsto dalla riforma ed in coerenza con le norme europee, al fine di prevenire situazioni di criticità) per fare “di più” e “meglio” il proprio mestiere. Ma senza tradire i connotati caratteristici della mutualità bancaria.

Ed è questa forte attenzione alla salvaguardia della mutualità bancaria che permea tutto l’impianto riformatore. Attenzione ulteriormente evidenziata dagli interventi normativi dello scorso autunno. In modo particolare, nella legge di conversione del decreto “milleproroghe” (settembre 2018) è stato previsto esplicitamente che i poteri della Capogruppo, “oltre a considerare le finalità mutualistiche, debbano altresì considerare il carattere localistico delle BCC” o che, con “atto della Capogruppo”, debba essere disciplinato un “processo di consultazione delle BCC aderenti in materia di strategie, politiche commerciali, raccolta del risparmio ed erogazione del credito, nonché riguardo al perseguimento delle finalità mutualistiche”.

Ed ancora, la legge di conversione del “decreto fiscale” (dicembre 2018) ha stabilito, per le Casse Raiffeisen dell’Alto Adige, la possibilità di optare per un IPS (Institutional Protection Scheme) in alternativa alla costituzione del Gruppo Bancario Cooperativo provinciale. Opzione che le Casse Raiffeisen hanno scelto di perseguire, avviando, con l’inizio del nuovo anno, le procedure tecniche per la costituzione del nuovo sistema di garanzia reciproca.

La stesa normativa prevede anche l’introduzione di un nuovo livello di vigilanza cooperativa sulle Capogruppo, finalizzata a verificare la coerenza delle funzioni svolte dalle stesse Capogruppo rispetto alle finalità mutualistiche e territoriali delle BCC aderenti.

La riforma del Credito Cooperativo rappresenta, pertanto, uno strumento da guardare con attenzione, sia per come si è realizzata, sia per il modello organizzativo originale che disegna (un rapporto di feedback tra Capogruppo e banche aderenti che a loro volta le controllano), e soprattutto per aver mantenuto come stella polare la difesa della mutualità e il localismo bancario.

In questo senso, credo si possa essere soddisfatti. Per aver saputo difendere, in una generale tendenza all’omologazione anche e soprattutto sul terreno della finanza, un modello di impresa che ha dimostrato non solo tutta la sua resilienza dallo scoppio della crisi, ma che è in grado di essere – esso stesso – un antidoto contro il depauperamento dei territori. Per lo sviluppo sostenibile quel tessuto di micro e piccole imprese che hanno in gran parte contribuito al progresso ed alla crescita di occupazione e reddito.
 

Augusto dell’Erba è Presidente di Federcasse (la Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali) dal 2017. Nato a Bari, avvocato civilista, è Presidente della Cassa Rurale ed Artigiana di Castellana Grotte (Bari) e della Federazione Puglia e Basilicata delle Banche di Credito Cooperativo. Componente del Comitato Esecutivo e del Consiglio nazionale dell’Associazione Bancaria Italiana, dal 2017 è Presidente del Comitato Ristretto “Piccole Banche”. Dal 2011 è Presidente del Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo. Dal 2018 è vice presidente di FeBaf, la Federazione italiana Banche Assicurazioni e Finanza.

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La riforma / 4 Storie di Ordinaria Eccellenza
autore: Leonardo Rubattu
Direttore Generale Iccrea Banca

 

LA LEGGE 49/2016 e le successive modifiche, la cosiddetta Riforma del Credito Cooperativo, ha comportato l’adesione di un grande numero di Bcc al Gruppo bancario Cooperativo Iccrea. Si tratta indubbiamente di un passaggio epocale nella lunga storia del credito cooperativo che arriva a conclusione di un iter normativo complesso e impegnativo.

Molto, in questi ultimi mesi, è stato scritto e dibattuto sulle conseguenze pratiche che la nascita del Gruppo bancario Cooperativo comporterà per la banca di credito cooperativo e anche sui motivi che hanno spinto il Legislatore ad emanare questa Riforma. Ma l’aspetto che mi preme qui sottolineare, alla vigilia dell’avvio operativo del Gruppo bancario cooperativo Iccrea, è soprattutto quello del nuovo scenario di mercato con cui tutte le banche oggi sono costrette a misurarsi. La Riforma trova le sue ragioni più profonde proprio in una serie di discontinuità che hanno profondamente modificato l’ecosistema tradizionale del mercato bancario.

Discontinuità normative (soprattutto provenienti dal legislatore europeo), tecnologiche – e con riferimento al profilo della clientela anche demografiche! – stanno profondamente cambiando la fisionomia del mercato bancario tradizionale: assistiamo oggi ad una crescita esponenziale di nuovi operatori che, utilizzando la tecnologia e il nuovo contesto normativo, contribuiscono a modificare il modello tradizionale di erogazione dei servizi e dei prodotti finanziari, dei sistemi di pagamento. Determinando un mutamento radicale del rapporto tra la banca e i propri clienti: inviare denaro via chat, applicazioni del nostro smart phone che gestiscono le finanze accedendo ai conti bancari e alle carte di credito, un’ampia scelta rispetto alle modalità di pagamento online, solo per citare qualche esempio.

Credo si  debba partire da queste semplici constatazioni per comprendere l’importanza e il valore che la costituzione del Gruppo bancario cooperativo rivestano per la Bcc: il Gruppo è uno strumento, una leva essenziale per consentire alla banca locale di continuare nella sua missione di sostegno e sviluppo del territorio. In un mondo in cui i concetti stessi di “territorio” e di “prossimità” vanno evolvendosi giorno dopo giorno, se pensiamo ad esempio alla diffusione inarrestabile del commercio on line, sia dal lato della domanda che da quello dell’offerta.

Quale piccolo artigiano, quale impresa famigliare che gestisce un’eccellenza enogastronomica o di design (ebbene sì, l’ossatura della clientela della Bcc!) può pensare di rinunciare al canale web per vendere i propri prodotti? Gli investimenti che il Gruppo Iccrea ha effettuato sul portale di vendite on line Ventis e la partecipazione importante al capitale della App Satispay nel campo dei servizi di pagamento innovativi vanno interpretati proprio in questa direzione.

Ecco l’importanza di un Gruppo bancario cvooperativo che, consolidando il patrimonio del credito cooperativo distribuito su tutto il territorio italiano, si mette al servizio della Bcc per accompagnarla nel suo percorso di  crescita ed adeguamento al nuovo contesto di mercato che ho fin qui cercato di sintetizzare. E’ davvero difficile pensare di poter competere oggi con i grandi gruppi bancari nazionali ed internazionali, di intercettare i nuovi bisogni della nostra clientela attuale e potenziale, senza realizzare quelle economie essenziali a poter effettuare investimenti economici e di know how.

Il Gruppo bancario cooperativo Iccrea è nato anche ma soprattutto per questo: promuovere e consolidare la crescita e la trasformazione della Bcc per competere nel nuovo contesto di mercato. Assecondandone la sua vocazione unica di banca locale e di prossimità. Il nostro Gruppo consolida più di 4 milioni di clienti, è il terzo gruppo bancario per sportelli (2.647 in tutta Italia), una raccolta diretta di 102 miliardi di euro, una base di 750.000 soci. 

Insomma, abbiamo tutto quello che ci serve per conseguire i nostri obiettivi e nonostante ciò saremo chiamati a fare di più. Per diventare, tutti insieme, la Prima Banca Locale del Paese.

Auguri a tutti noi!

 

 

Leonardo Rubattu si è laureato in Economia Aziendale all’Università Bocconi di Milano e si è specializzato presso la Scuola Superiore di Specializzazione per Analisti Finanziari di Parigi. Nel corso della sua carriera ha vantato esperienze significative all’estero, in particolare a Parigi e Londra dove, tra le altre, ha ricoperto posizioni di responsabilità presso Société Générale e Morgan Stanley. In Iccrea Holding dal settembre 2008 con la carica di Direttore Centrale, assumendo la responsabilità della Funzione Mercato, diventandone poi Vice Direttore Generale nel 2009. Il 16 marzo 2011 è stato nominato Direttore Generale di Iccrea Banca. . Dal 1 ottobre 2016, a seguito della fusione fra Iccrea Holding e Iccrea Banca, è direttore generale della Capogruppo Iccrea Banca Spa. Attualmente è consigliere di amministrazione di BCC CreditoConsumo, di Iccrea Banca Impresa, di Hi-MTF e di Satispay.

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La seconda casa dei contradaioli: ChiantiBanca regala a Siena una trilogia da collezione Storie di Ordinaria Eccellenza

Storie, racconti, immagini d’epoca che racchiudono e raccolgono la storia delle società di contrada, quei luoghi – che stanno a mezza strada tra i circoli ricreativi e le società di mutuo soccorso – nei quali si svolge e si dipana, quotidianamente, la vita delle Contrade di Siena. Ancora una volta, le società di contrada tornano protagoniste nel libro “Incontriamoci in Società. Storie e racconti sulla seconda casa dei contradaioli”: si tratta del terzo volume che va a completare una trilogia unica, realizzata dal Magistrato delle Contrade e da ChiantiBanca, col progetto editoriale di Betti Editrice.

Presentato nella Sala delle Lupa di Palazzo Pubblico, a Siena, il volume completa un unicum nel panorama dell’editoria legata al Palio e alle Contrade: mai prima d’ora, infatti, ci si era concentrati nel racconto e nell’analisi delle società, vera spina dorsale della vita dei rioni senesi. Con il coordinamento editoriale di Antonella Leoncini, il libro – dedicato al Terzo di San Martino, dopo i due precedenti che racchiudevano il Terzo di Camollia e il Terzo di Città – è realizzato grazie alla passione dei contradaioli che hanno raccolto materiale d’archivio, storie, immagini e memorie, sospesi tra antropologia e aneddotica, per raccontare la «seconda casa» dei senesi. E’ la vita che va al di là del Palio e si espande a una dimensione di ritrovo, aggregazione, attività culturali, sportive e sociali: una componente insostituibile della civitas senese.

In questa trilogia – come ha spiegato Fabio Mugnaini, docente dell’Università di Siena che ha curato la prefazione del terzo volume – «c’è un’apertura al dialogo tra Siena e il mondo esterno che si rifà a un principio semplice: per comprendere davvero un evento bisogna spegnere le luci e guardare cosa rimane dopo. Quando è finito il Palio, comincia un altro momento in cui la città vive davvero il suo rapporto con la festa e riesce ad essere se stessa». E lo fa proprio nelle società di contrada.

Società che si basano idealmente sugli stessi valori e principi che da sempre animano il credito cooperativo: quelli della solidarietà, della comunità, del mutuo soccorso. E’ anche per questo motivo che ChiantiBanca ha deciso di sostenere questo progetto.
«Per la banca – afferma il presidente Cristiano Iacopozzi – è un piacere e un onore essere al fianco delle Contrade in iniziative come questa. Siena è la sede legale della banca, la sua filiale numericamente più solida e, con il Chianti, il territorio storico di appartenenza: saremo sempre vicini alla città e ai suoi valori».

«Il credito cooperativo – aggiunge il direttore generale, Mauro Focardi Olmi – ha come impegno e missione quello di fare la banca sul territorio, ma soprattutto con la comunità, con l’attenzione alle persone: è un impegno più difficile che va oltre il mero discorso economico e finanziario. E che passa anche dal sostegno alla città, attraverso iniziative come questa».

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ChiantiBanca-PistoiAtletica 1983, il matrimonio corre veloce Storie di Ordinaria Eccellenza

Un brindisi d’eccezione, ChiantiBanca sposa il progetto del PistoiAtletica 1983 diventandone – parole del direttore generale, Mauro Focardi Olmi – “non un semplice sponsor, ma un partner con cui avviare una collaborazione che ci auguriamo possa proseguire negli anni e riservare reciproche soddisfazioni”.

Dopo Pistoia Basket, Pistoiese Calcio e Tennis Club, ChiantiBanca si conferma banca leader del territorio pistoiese nel sostenere progetti sportivi.

“Siamo onorati di iniziare un percorso comune con una società storica e di grandissima tradizione come il PistoiAtletica 1983, portatore di valori genuini e punto di riferimento non solo della città ma anche dell’intera regione – le parole di Cristiano Iacopozzi, presidente ChiantiBanca -. In Italia si guarda troppo al calcio e si considerano “minori” sport che meriterebbero tutt’altra etichetta e che invece salgono agli onori della cronaca soltanto ogni quattro anni, con l’appuntamento olimpico: poi si scopre che nella sua storia l’Italia del calcio ha vinto appena un oro olimpico (Berlino, 1936) e che gli “altri” sport portano in dote medaglie su medaglie. In qualità di banca del territorio, ChiantiBanca abbraccia con sincera convinzione le tante forme di aggregazione che caratterizzano il sociale, la cultura e lo sport, pronti a valorizzarne le eccellenze e contribuire allo sviluppo del territorio”.
Sulla falsariga Mauro Focardi Olmi, direttore generale ChiantiBanca: “I tanti ragazzi, e con loro le rispettive famiglie, che frequentano la pista d’atletica, confermano l’importanza che questa società ha per Pistoia. Trovo delle grandi analogie col mondo di credito cooperativo: presenza radicata sul territorio, conoscenza delle persone, valori che si distinguono e risaltano nelle varie comunità. Sulla scia di quello che ha rappresentato la Banca di Pistoia, ChiantiBanca guarda con grande attenzione a questa piazza, rispondendo – in tempi rapidi – alle sollecitazioni che ci vengono poste. Con il sostegno all’atletica, confermiamo poi il nostro interesse alle eccellenze dello sport locale, come testimoniano il nostro rinnovato impegno con Pistoia Basket, Pistoiese e Tennis Club”.

 

Nella foto, da sinistra: Marco Barbieri (consigliere ChiantiBanca), Gianluca Fini (presidente PistoiAtletica 1983), Cristiano Iacopozzi (presidente ChiantiBanca), Mauro Focardi Olmi (direttore generale ChiantiBanca), Giorgio Petracchi (consigliere ChiantiBanca)

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Assemblea sociale: approvato il bilancio 2017. Stefano Sivieri nuovo amministratore Storie di Ordinaria Eccellenza

L’assemblea dei soci di ChiantiBanca, riunita oggi al Mandela Forum di Firenze, ha approvato con un solo astenuto il bilancio dell’esercizio 2017, chiuso con un utile netto di 2,072 milioni.

“Abbiamo agito con grande impegno – le parole del presidente Cristiano Iacopozzi – affinché ChiantiBanca fosse riconosciuta stabilmente e inconfutabilmente dalle comunità locali quale attore della vita quotidiana dei rispettivi territori e soprattutto quale intermediario capace di soddisfare le esigenze delle famiglie e delle piccole imprese locali. Il nostro modello cooperativo, che si rafforzerà con l’ingresso nella holding di Iccrea, nasce per venire incontro alle esigenze e valorizzare gli interessi dei soci, dei collaboratori, dei clienti e del territorio, sulla base di una visione solidaristica del mercato che non nega il profitto, ma lo integra con obiettivi di responsabilità sociale: la banca svolge un ruolo diretto di stimolo per l’economia, impiegando le risorse finanziarie a tutto vantaggio del territorio nel quale raccoglie”.

“ChiantiBanca nel 2017 si conferma la prima bcc toscana per dimensioni dell’attivo – ha evidenziato Mauro Focardi Olmi, direttore generale -, rappresentando oltre il 22,1% della raccolta diretta e il 22,4% degli impieghi verso la clientela di tutte le bcc toscane aderenti alla Federazione: grazie a un attivo che sfiora i 3,3 miliardi di euro, ci confermiamo – seppur in presenza di dati non ancora ufficiali di tutte le altre bcc – tra le prime cinque banche di credito cooperative italiane che entreranno a far parte del Gruppo Bancario di Iccrea Banca. Dopo il risultato negativo del 2016, le azioni intraprese ci hanno consentito di ridurre i rischi globali – come dimostrato dell’incremento sensibile degli indicatori di adeguatezza patrimoniale – consentendoci di creare le condizioni per ridare slancio a una sana spinta commerciale – come dimostrano le nuove linee di prodotto e il nuovo sistema di istruttoria del credito che velocizza le risposte alla clientela – in grado di far crescere ChiantiBanca su basi solide”.

Per quanto riguarda la reintegrazione del Consiglio di Amministrazione, i soci hanno espresso pienamente il gradimento per l’elezione ad amministratore di Stefano Sivieri, unico candidato.

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