DAL TERRITORIO


Mirco Romoli nuovo Direttore Generale, Focardi Olmi lascia dopo 3 anni DAL TERRITORIO

MIRCO ROMOLI, 44 anni, nato a Montevarchi, è il nuovo direttore generale di ChiantiBanca. Sostituisce Mauro Focardi Olmi che, in sintonia col presidente Cristiano Iacopozzi e col Consiglio di Amministrazione, lascia l’incarico dopo quasi tre anni, nell’ottica di un ricambio generazionale previsto nel piano strategico della banca.

Abilitazione alla professione di avvocato dopo la laurea con lode, Master all’università di Bologna in “Business Administration” e corsi di specializzazione alla Bocconi nel settore finanziario, Romoli arriva da Iccrea Banca, dove ha contribuito alla costituzione e all’avvio operativo della capogruppo del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea, ricoprendo ruoli di piena responsabilità.

Prima dell’approdo in Iccrea Banca, avvenuto nel 2018, è cresciuto professionalmente all’interno del credito cooperativo, lavorando tredici anni in forza alla Federazione Toscana Bcc, dove è stato responsabile della Funzione di Internal Audit, il servizio di controllo sulle banche associate.

 

Fra i suoi incarichi, anche la gestione dei rapporti con le Autorità di Vigilanza e la consulenza in materia di governance, sviluppo organizzativo e strategico. E’ stato membro del Comitato Controlli di Federcasse e del Comitato di Direzione della Federazione Toscana Bcc.

 “Ringrazio il Consiglio di Amministrazione per la fiducia e assumo questo incarico con grande entusiasmo e senso di responsabilità – le parole del nuovo direttore generale –. Conosco bene il credito cooperativo e sono consapevole dell’importanza di ChiantiBanca nel tessuto economico regionale. Intraprendo questa nuova sfida sapendo di poter contare su una squadra di collaboratori che assistono quotidianamente soci e clienti con competenza, passione e professionalità. ChiantiBanca intende proseguire nel proprio percorso di consolidamento, in uno scenario economico complesso, insieme a famiglie e imprese del nostro territorio: è questo il compito di una banca di credito cooperativo che oggi, all’interno del Gruppo Bancario Iccrea, è ancora più forte e solida”.

“Siamo convinti di aver fatto la scelta migliore, di concerto con la Capogruppo Iccrea – il pensiero del presidente Cristiano Iacopozzi –, Romoli rispecchia il profilo che cercavamo: oltre a garantire il ricambio generazionale fortemente voluto, è un profondo conoscitore del mondo cooperativo, con importanti esperienze professionali in ruoli di responsabilità supportate da un eccellente percorso di formazione. Al contempo, siamo riconoscenti a Focardi Olmi del lavoro svolto e di aver guidato un gruppo di impeccabili professionisti che ci hanno permesso di superare un momento complicato e rilanciato ChiantiBanca sia in termini di immagine che di sviluppo”.

“I quasi tre anni da Direttore Generale – dice Mauro Focardi Olmi – sono stati sicuramente complessi ma indubbiamente di grande soddisfazione professionale. Sono orgoglioso di lasciare una banca in salute che dal 2017 ha sempre visto accrescere redditività, patrimonio, qualità del portafoglio crediti e capacità commerciale, grazie anche alle molte modifiche organizzative e gestionali messe in atto. Per questi risultati voglio ringraziare soci e clienti per la vicinanza e la fiducia dimostrate nei nostri confronti ma soprattutto i dipendenti: è grazie al loro impegno e alla loro disponibilità se ChiantiBanca è quella di adesso”. 


Tachis, oh oui! DAL TERRITORIO
autore: Paolo Pellegrini
Giornalista

LA FONDAZIONE CHIANTIBANCA ha dedicato passione e attenzione ininterrotta al territorio di riferimento, potendo contare su un “terroir”, potremmo dire alla francese (perché in questa parola è contenuto l’ambiente, il paesaggio, gli edifici ma anche la gente che li abita e ci lavora) ricco di contenuto. Di bellezze paesaggistiche. Di storia, di arte, di cultura. Di grandi personaggi. Come Giacomo Tachis, nel cui nome la Fondazione ChiantiBanca ha messo a fuoco e realizzato un progetto di indubbio significato culturale, che è stato poi insignito anche di significativi riconoscimenti. 

Giacomo Tachis è scomparso nel 2016, ma la sua opera vive ancora nelle geniali intuizioni che ha regalato alla campagna del Chianti (e non solo: il suo lavoro è stato di fondamentale importanza anche a Bolgheri, in Sardegna, in Sicilia…). E grazie alla Fondazione ChiantiBanca vive nell’immenso patrimonio culturale che ha lasciato: pochi anni prima della sua scomparsa, Tachis ha donato alla Fondazione ChiantiBanca – chi scrive era presente alla firma, e lo ricorda con un brivido di emozione ancora viva – una biblioteca che ha pochi uguali. 

Ma chi era Giacomo Tachis? Un enologo. Che sarebbe diventato “il principe degli enologi”. Piemontese di nascita, toscano di adozione fin da giovane. Direttore tecnico per un trentennio delle Cantine Antinori, “padre” di etichette oggi famose nel mondo come il Tignanello e il Solaia in casa Antinori, ma poi anche – in “prestito” ai cugini Incisa della Rocchetta di Bolgheri – del Sassicaia, oggi il vino più premiato al mondo, e padre della rinascita dei vini sardi e siciliani. Un “mescolavin”, come si sarebbe sempre definito lui stesso nella sua estrema umiltà usando un termine dialettale piemontese. E “Giacomo Tachis – Mescolavin” è un omaggio di rara bellezza e di raro pregio, un volume che è una grande opera di 500 pagine e di grande formato (pesa sei chili), curato da Andrea Cappelli, che ne ha redatto i testi, con le preziose immagini di Bruno Bruchi, pubblicato da Carlo Cambi Editore in collaborazione con Edizioni Effegi grazie proprio al sostegno della Fondazione ChiantiBanca. Un omaggio alla vita, al pensiero, all’attività ai luoghi attraversati dal grande enologo, raccontato attraverso le testimonianze delle cantine per cui ha lavorato, e anche con il contributo di chef stellati che hanno creato piatti da abbinare ai suoi vini più pregiati. Una bellissima opera, che si caratterizza già dalla copertina, in cui è raffigurato il “Giovinetto di Mothia”, statua in marmo conservata presso la Fondazione Giuseppe Whitaker, omaggio all’amore di Tachis verso quest’isola e per i classici. 

E qui arrivano i riconoscimenti. Presentato nell’ottobre 2018 presso la cantina di Santadi, in Sardegna, durante un convegno ad hoc che ha visto anche la dedica di una via a Giacomo Tachis, il volume ha ottenuto la menzione speciale nel Premio della categoria Beaux Arts dalla giuria internazionale dell’Oiv, Organisation Internationale de la Vigne et du Vin, una storta di “Onu del vino”, che riunisce rappresentanti di tutto il mondo, fornisce dati sulla produzione e i consumi, favorisce la ricerca e la diffusione delle conoscenze, agevola gli accordi internazionali in materia di salvaguardia ambientale, salute e commercio. E nel ricevere il premio, la sera dello scorso 15 ottobre all’Ambasciata del Cile a Parigi, l’autore Andrea Cappelli ha raccontato la storia di Giacomo Tachis, ricordando che “l’eredità più preziosa che Tachis ha lasciato non è uno strumento tecnico o un’innovativa formula chimica, ma un nuovo sguardo, arricchito anche di cultura, perché l’enologia dovrebbe fondarsi – come diceva sull’interpretazione umana dell’uva – tra scienza e visione umanistico-olistica. 

E sempre in ottobre, il volume è stato protagonista di una serata speciale in casa dell’Onav, l’Organizzazione nazionale degli assaggiatori di vino, a Torino. Tra i numerosi interventi, quello di Stefano Mecocci, presidente della Fondazione ChiantiBanca ai tempi della pubblicazione del libro, che ha messo l’accento sul significato dell’acquisizione della biblioteca personale dell’enologo. “Tachis conosceva bene la filosofia della banca e il legame con il territorio: oltre 3.500 volumi che compongono la donazione sono stati censiti uno per uno da tre archivisti per un mese e mezzo. Ci sono libri sul vino, ma non solo. C’è tutta la vita e la cultura di un uomo di elevato spessore, di grande conoscenza e di studio. Ci sono anche tutti i faldoni che custodiscono i segreti, le ricette dei vini che lo hanno reso famoso. Ma anche suoi lavori inediti, come gli scritti sugli aceti o sul Vinsanto”.  

La serata è stata impreziosita dalla degustazione di otto dei più significativi vini “inventati” da Giacomo Tachis in varie regioni d’Italia. Un patrimonio di cui la Fondazione ChiantiBanca è oggi orgoglioso custode.

Paolo Pellegrini, giornalista professionista, è nato nel Chianti Classico e vive a Firenze: ecco le radici del suo amore per il Bello, il Buono, la grande musica e la cultura materiale della campagna. Dopo numerose esperienze in quotidiani, periodici, emittenti radio e tv è approdato a La Nazione,  dove si è occupato di cronaca, politica, attualità, economia, agroalimentare, enogastronomia, cultura e spettacolo. Attualmente collabora con i giornali del gruppo Qn-La Nazione e con la Guida Osterie di Slow Food e si occupa del proprio blog www.forchettone.blogspot.it


L’ufficio soci, per voi DAL TERRITORIO
autore: Consiglio di Amministrazione

ERA UN NOSTRO PENSIERO DA TEMPO. Era un nostro pensiero da tempo. Oltre che un’esigenza vista dalla prospettiva della compagine sociale, di cui il Consiglio di Amministrazione è diretta emanazione e proprio per questo doverosamente attento a recepire qualsiasi input che possa migliorare e facilitare il rapporto con e fra Soci.

Ci voleva, un ufficio così. Perché una banca come la nostra – “rilevanti”, come vengono definite dalla nostra capogruppo le sette più importanti Bcc sul territorio nazionale – non può non avere un settore appositamente dedicato a una delle due leve più preziose su cui un credito cooperativo può fare forza e affidamento: i soci, appunto (l’altro è rappresentato dai dipendenti, che mai finiremo di ringraziare per la passione e l’attaccamento con cui svolgono il loro lavoro).

Vogliamo che l’ufficio Soci diventi sempre più riferimento per le vostre domande. Per i vostri bisogni. Sarà a vostra disposizione per ascoltare i vostri suggerimenti. Di fatto un collegamento, sempre più stretto, fra gli oltre ventisettemila soci, il Consiglio di Amministrazione e la Direzione Generale. Col tempo lo renderemo ancor più strutturato affinché i vari territori, su cui sviluppiamo il nostro servizio, siano sempre più adeguatamente curati.

L’abbiamo fortemente voluto e siamo certi che apprezzerete molto: contattatelo QUI.


Mirco Romoli nuovo Direttore Generale: “Cresceremo con famiglie e imprese” DAL TERRITORIO

Mirco Romoli, 44 anni, nato a Montevarchi, è il nuovo direttore generale di ChiantiBanca.


Abilitazione alla professione di avvocato dopo la laurea con lode, Master all’università di Bologna in “Business Administration” e corsi di specializzazione alla Bocconi nel settore finanziario, Romoli arriva da Iccrea Banca, dove ha contribuito alla costituzione e all’avvio operativo della capogruppo del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea, ricoprendo ruoli di responsabilità a diretto riporto del Chief Audit Executive.

Prima dell’approdo in Iccrea Banca, avvenuto nel 2018, è cresciuto professionalmente all’interno del credito cooperativo, lavorando tredici anni in Federazione Toscana Bcc dove è stato responsabile della funzione Internal Audit, il servizio di controllo sulle banche associate.

Ha inoltre supportato varie Bcc nei processi di internal governance e di sviluppo organizzativo e strategico.


“Siamo convinti di aver fatto la scelta migliore, di concerto con la Capogruppo Iccrea – il pensiero del presidente Cristiano Iacopozzi –, Romoli rispecchia il profilo che cercavamo: oltre a garantire il ricambio generazionale fortemente voluto, è un profondo conoscitore del mondo cooperativo, con importanti esperienze professionali in ruoli di responsabilità supportate da un eccellente percorso di formazione. Con il nuovo direttore generale proseguiremo l’opera di miglioramento dei conti
aziendali come regolarmente avvenuto ogni anno dal nostro insediamento nel Consiglio di Amministrazione, grazie anche al lavoro dell’ex direttore generale, Mauro Focardi Olmi”.


“Ringrazio il Consiglio di Amministrazione per la fiducia e assumo questo incarico con grande entusiasmo e senso di responsabilità – le parole del nuovo direttore generale –. Conosco bene il credito cooperativo e sono consapevole dell’importanza di ChiantiBanca nel tessuto economico regionale.
Intraprendo questa nuova sfida sapendo di poter contare su una squadra di collaboratori che assistono quotidianamente soci e clienti con competenza, passione e professionalità. ChiantiBanca intende proseguire nel proprio percorso di consolidamento, in uno scenario economico complesso, insieme a famiglie e imprese del nostro territorio: è questo il compito di una banca di credito cooperativo che oggi, all’interno del Gruppo Bancario Iccrea, è ancora più forte e solida”.


Il Direttore Generale Focardi Olmi lascia l’incarico. “Triennio ricco di soddisfazioni” DAL TERRITORIO

Mauro Focardi Olmi lascia l’incarico di direttore generale di ChiantiBanca.

Una decisione arrivata in sintonia col presidente Cristiano Iacopozzi e col Consiglio di Amministrazione nell’ottica di un ricambio generazionale previsto nel piano strategico della banca e approvato dal Gruppo Bancario Iccrea, holding cooperativa a cui ChiantiBanca aderisce.

Mauro Focardi Olmi, 61 anni, aveva assunto la carica di direttore generale nel giugno 2017 – dopo aver guidato, con ottimi risultati, la Banca Area Pratese dal novembre 2013 fino alla fusione con ChiantiBanca (luglio 2016) – rappresentando, assieme all’attuale governance, eletta nel maggio 2017, il nuovo corso dopo il pesantissimo bilancio 2016 chiuso con una perdita di oltre 90 milioni.

Con Focardi Olmi a capo dell’Esecutivo ChiantiBanca ha segnato un triennio di grandi soddisfazioni, incrementando ogni anno l’utile di esercizio e meritandosi il riconoscimento del mercato, come testimonia il sensibile miglioramento di tutti i maggiori indicatori di bilancio.

“I quasi tre anni da Direttore Generale di ChiantiBanca – dice Mauro Focardi Olmi – sono stati sicuramente complessi ma indubbiamente di grande soddisfazione professionale. Sono orgoglioso di lasciare una banca in salute che dal 2017 ha sempre visto accrescere redditività, patrimonio, qualità del portafoglio crediti e capacità commerciale, grazie anche alle molte modifiche organizzati-ve e gestionali messe in atto. Per questi risultati voglio ringraziare soci e clienti per la vicinanza e la fiducia dimostrate nei nostri confronti ma soprattutto i dipendenti: è grazie al loro impegno e alla loro disponibilità se ChiantiBanca è quella di adesso”.

“Siamo riconoscenti a Focardi Olmi del lavoro svolto – le parole del presidente Cristiano Iacopozzi – e per aver guidato un gruppo di impeccabili professionisti che ha permesso a ChiantiBanca di superare un momento difficilissimo e riportare la banca fra le più importanti a livello nazionale. Adesso con la nostra Capogruppo stiamo definendo l’arrivo del nuovo direttore generale, che avverrà in tempi stretti: sarà una figura giovane ma già con esperienze di grande responsabilità, con cui perseguire nuovi obiettivi fissati dal Consiglio di Amministrazione e rafforzare il nostro ruolo nei territori che ci vedono sempre più punto di riferimento per la collettività”.

Nella foto: Mauro Focardi Olmi (a sinistra) con il presidente Cristiano Iacopozzi


Scontrino elettronico, ChiantiBanca a sostegno delle aziende DAL TERRITORIO

La nuova normativa su “Fatturazione Elettronica e Scontrino Elettronico” è stata al centro di un convegno tenuto alla Confartigianato di Prato e rivolto a tutti gli associati.

L’iniziativa si è svolta con il sostegno di ChiantiBanca, con l’obiettivo di fornire il necessario sostegno economico alle aziende che dovranno effettuare investimenti per l’adeguamento o la sostituzione delle apparecchiature esistenti.

In particolare, è stato presentato il nuovo prodotto chiamato “ChiantiBanca & Fatturazione Elettronica e Scontrino Elettronico”, un mutuo chirografario a condizioni particolarmente convenienti riservato agli associati Confartigianato di Prato.

Nella foto: in primo piano Salvatore Fittipaldi, capo area di Prato, nel corso nella conferenza alla Confartigianato di Prato


L’esempio di ChiantiMutua DAL TERRITORIO
autore: Matteo Spanò
Presidente Federazione Toscana Banche di Credito Cooperativo

METTERE AL CENTRO IL TERRITORIO e sostenere i soci ed i clienti non solo con la tradizionale attività bancaria, ma anche con servizi di tipo sanitario, assistenziale, sociale, culturale, formativo e ricreativo in tutta la nostra regione. È questo uno degli obiettivi principali di “Una Banca, Una Mutua”, il progetto di mutualità associativa che la Federazione Toscana BCC ha deciso di promuovere e realizzare con l’assistenza tecnica di Comipa (il Consorzio nazionale tra Mutue Italiane di Previdenza e Assistenza) e che permetterà nei prossimi mesi ad ognuna delle 15 Bcc (oltre 300 sportelli) associate alla Federazione di poter avere una Mutua protagonista nel proprio territorio di competenza, analogamente a quanto ChiantiBanca ha già realizzato in maniera lungimirante, promuovendo ChiantiMutua nel “lontano” 2007.

Saper offrire un sistema di Welfare effettivamente sostenibile diventa una delle sfide più importanti della nostra società contemporanea, investita da fenomeni economici e demografici ai cui lo Stato (Primo Settore) da un lato e “il Mercato” (Secondo Settore) dall’altro, mostrano sempre maggiori difficoltà a dare una risposta efficace e accessibile a tutti.

Un Welfare che si deve occupare non solo di sanità integrativa, ma più in generale di una pluralità di prodotti/servizi finalizzati al miglioramento della qualità della vita dei suoi assistiti.

Ecco allora affermarsi una terza via, rappresentata dalla mutualità volontaria, una forma storica di solidarietà, uno strumento di risposta ai bisogni sociali che si esplica attraverso forme di associazionismo economico volute dai cittadini a partire dalla seconda metà dell’800, quando nacquero anche le prime Casse Rurali Artigiane. Una forma di auto-organizzazione delle comunità locali che nel corso dei suoi 150 anni di vita ha mantenuto l’impostazione solidaristica originaria ed è oggi sempre più attuale, perché mette al centro i bisogni delle persone e li soddisfa attraverso la partecipazione di tutti i suoi componenti e senza finalità di lucro.

Con le persone al centro del progetto e le Mutue delle Bcc a garanzia del rapporto con il territorio, “Una Banca, Una Mutua” vuole agevolare l’accesso a prestazioni sanitarie in tempi rapidi e a costi ridotti, sostenere la famiglia con sussidi per i figli, organizzare iniziative formative, informative e ricreative e molto altro ancora, attraverso il coinvolgimento delle strutture e degli esercenti di ogni territorio. 

Grazie alla collaborazione tra Federazione Toscana, Comipa e Bcc in tutta Italia, anche le banche di credito cooperativo di altre regioni, dal Nord al Sud, si stanno attivando per costituire nuove Mutue e questo permetterà a tutti di beneficiare di un’ampia rete di strutture e servizi su scala nazionale, in ottica solidaristica.

Le economie di scala di un progetto di ampio respiro territoriale permettono di mettere in piedi investimenti comuni per sviluppare nuovi strumenti tecnologici e nuovi servizi a vantaggio delle Mutue già esistenti e di quelle di nuova costituzione. A breve il socio di ogni Mutua potrà consultare direttamente on line, anche dal proprio smartphone con una specifica app, la propria situazione, presentare direttamente le richieste di accesso ai contributi e seguirne l’iter istruttorio, verificare le strutture convenzionate, effettuare prenotazioni nelle strutture sanitarie di fiducia e molto altro ancora. 

ChiantiMutua, attiva da 12 anni su questo fronte, è protagonista di questo salto dimensionale della mutualità associativa del Credito Cooperativo, avendo ben compreso che la nascita di nuove Mutue consorelle consentirà lo sviluppo di una rete capillare sul piano regionale e nazionale, di cui beneficeranno grandemente in primis tutti i propri soci. 

Con “Una Banca, Una Mutua” si riafferma il carattere distintivo del modello di presenza sul territorio delle Banche di credito cooperativo, attraverso l’auto-organizzzazione di un nuovo Welfare allargato quale strumento per reinterpretare, attualizzandoli, i concetti di localismo e di mutualità e ridare protagonismo ai territori e alle comunità.

 

Matteo Spanò, fiorentino, è laureato in Economia presso l’Università degli Studi di Firenze. Dal maggio 2011 è presidente della Bcc Pontassieve e da giugno 2016 è presidente della Federazione Toscana Banche di Credito Cooperativo, che conta quattordici Bcc con trecento filiali in tutta la regione. Il 23 novembre 2018 è stato confermato vice presidente di Federcasse, la Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali. 

900mila euro sul territorio DAL TERRITORIO
autori: Ilaria Camiciottoli e Alessia Naldini
 Consigliere di Amministrazione ChiantiBanca

CONTINUA L’IMPEGNO DI CHIANTIBANCA nel sostenere le iniziative di soci e clienti del territorio. Come banca di credito cooperativo il nostro istituto è infatti chiamato a supportare e valorizzare l’ambiente in cui opera.

Per capirne il motivo, possiamo prendere in prestito una metafora del professor Stefano Zamagni, che paragona questa particolare tipologia di realtà bancaria a Giano Bifronte, la divinità romana dai volti opposti, che riesce a tenere insieme una doppia anima: una, che vede il credito cooperativo costretto ad operare secondo la logica economica di mercato (e quindi a produrre utili); l’altra, caratterizzata da una finalità sociale (volta al sostegno ed alla valorizzazione del territorio).

Come Giano Bifronte, ChiantiBanca dovrà avere la capacità di guardare contemporaneamente sia alle sfide del futuro, partendo dalle nuove tecnologie, che al passato, rimanendo saldamente ancorata alle proprie radici ed alle relazioni costruite con i soci e clienti del territorio.

Proprio per questo, anche nel trimestre maggio-luglio 2019, il territorio ha ricevuto il nostro supporto in numerose occasioni, incrementando sensibilmente l’impegno che da inizio anno ChiantiBanca ha riservato sul territorio attraverso l’erogazione di risorse per un ammontare complessivo di quasi 900mila euro destinate a qualsiasi tipo di settore: dallo sport (29%) al volontariato (8%), dagli eventi e associazioni culturali (28%) alle istituzioni e alla promozione del territorio (35%).

Iniziando da Siena, è doveroso citare il Palio, evento simbolo della città che da secoli, nei tre giri di Piazza del Campo, tiene i cittadini, e non solo, col fiato sospeso, nella speranza di veder trionfare la propria contrada o quantomeno perdere quella avversaria. Anche quest’anno ChiantiBanca ha sostenuto tutte le diciassette contrade e la relativa editoria, con particolare riferimento alla pubblicazione dei “Giornalini di contrada” e del “Quaderno del Magistrato”.

Possiamo proseguire menzionando il sostegno all’Associazione Culturale Music Ensemble, che ha curato la rassegna musicale e canora in occasione delle celebrazioni per Santa Caterina e che è presente da circa 20 anni sul territorio senese per promuovere l’arte di fare musica insieme.

La nostra banca, così ancorata al territorio da averne mutuato il nome, è sempre attenta alle eccellenze che lo contraddistinguono, come l’olio. Ecco dunque la sponsorizzazione del convegno sul tema “Olio 2030: cultura, identità, territorio, qualità e sviluppo sostenibile”, che si terrà a Siena in occasione del venticinquesimo anniversario dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio, nata per diffondere in tutta Italia la cultura olivicola.

Sul territorio del Chianti, vogliamo ricordare l’impegno della banca nel sostenere i volontari che da secoli partecipano alla vita sociale occupandosi degli altri: l’Arciconfraternita della Misericordia di San Casciano in Val di Pesa è stata sostenuta per l’acquisto di nuove ambulanze a servizio della comunità, ma anche supportando l’evento in cui è stato restituito il restaurato Crocifisso ligneo di Simone Martini dall’Opificio delle Pietre Dure.

A livello istituzionale ChiantiBanca ha sostenuto il Comune di San Casciano in Val di Pesa per le attività didattiche-natatorie della piscina e per quelle legate alla gestione del Museo Civico e del Teatro Niccolini, che ogni anno promuovono iniziative per gli abitanti di San Casciano e dei comuni limitrofi.

Altro rapporto istituzionale ormai consolidato nel tempo è quello con il Comune di Carmignano: ChiantiBanca ha contribuito a sostenere le attività culturali e ricreative patrocinate che coinvolgono gran parte dei residenti, ma anche numerosi turisti e visitatori stranieri.

Anche l’area del Tirreno, territorio di più recente sviluppo, ha visto la presenza della banca. Partendo dal sostegno all’Associazione per il centro storico di Empoli (che organizza sul territorio importanti eventi e momenti di aggregazione), si arriva alle iniziative quali quelle dell’Associazione Sportiva Zone, che gestisce un’importante palestra nel pisano. Ciò a dimostrazione di quanto ChiantiBanca sia anche attenta allo sport e supporti molte società che fanno riferimento a differenti discipline: dal calcio (Rondinella Ponte a Greve Marzocco, Unione Sportiva Pistoiese), al tennis (Tc Pistoia e Tc Poggibonsi), dalla pallavolo (ASD Volley Prato, Savino del Bene Volley Scandicci, CUS Siena, Pallavolo Bacci Campi Bisenzio), al rugby (Club sportivo Scandicci), finendo con il sostegno al basket: Virtus Siena e Pistoia Basket, unica società professionistica del panorama toscano e punto di riferimento degli appassionati non solo locali ma anche dell’intera regione.

Ilaria Camiciottoli è consigliera di amministrazione di ChiantiBanca dal maggio 2017. Vanta due lauree: Economia Aziendale e Educazione Professionale. Due anche le professioni svolte: educatrice per l’assistenza scolastica a bambini con difficoltà e titolare dell’azienda vitivinicola La Collina.
Alessia Naldini è nata a Bagno a Ripoli ma vive tra Tavarnelle Val di Pesa e Milano. Laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Firenze, imprenditrice sociale e co-founder di un’agenzia specializzata in turismo culturale e marketing territoriale, dal 2017 è membro del Consiglio di Amministrazione di ChiantiBanca. 


Restare noi stessi DAL TERRITORIO
autore: Giuseppe Maino
Presidente Iccrea Banca

CARI SOCI DI CHIANTIBANCA,

è iniziata l’era dei Gruppi Bancari Cooperativi. 

Il Gruppo Iccrea è operativo dal 4 marzo scorso e con l’Assemblea dei Soci del 30 aprile si è dato una nuova governance eleggendo il Consiglio di Amministrazione che, per la prima volta, prevede la presenza di cinque consiglieri indipendenti, ovvero esterni al nostro mondo. Tutti loro, insieme ai dieci rappresentanti delle Banche aderenti, saranno impegnati per tre anni in un lavoro di strutturazione e organizzazione non facile, ma determinante per costruire le basi di un solido futuro per una parte importante del Credito Cooperativo nazionale.

Ci attende un lavoro lungo che comporterà razionalizzazioni, investimenti, realizzazione di sinergie e progetti che, nel giro di qualche anno, dovranno ridisegnare l’attività sia della Capogruppo sia delle Banche aderenti. L’obiettivo primario è quello di creare una struttura consolidata ed efficiente, capace di fornire prodotti e servizi efficaci alle Bcc aderenti, affinché possano operare nei propri territori ancor meglio di quanto fatto sino ad oggi.

Ci sono obiettivi sfidanti da perseguire per onorare gli impegni verso la Vigilanza Europea, ma soprattutto per accrescere la nostra redditività e quindi consolidare i patrimoni. Solo così potremo far fronte alle stringenti garanzie richieste dalle direttive nazionali ed europee per fare Banca in un mercato che ha visto evolvere le sue necessità finanziarie, pur in un contesto di grandi difficoltà economiche. Per dare alle Bcc aderenti l’opportunità di operare al meglio in un mercato in trasformazione, riducendo al minimo l’impatto delle direttive conseguenti, sarà fondamentale il ruolo di direzione, coordinamento e controllo del Gruppo con i suoi investimenti comuni e la sua capacità di esprimere importanti sinergie.

Seppur impegnati in questo complesso lavoro operativo, credo sia importante non dimenticare alcune caratteristiche e valori propri del nostro essere Banche Cooperative.

Credo di poter affermare che sul mercato non ci sono modelli con cui confrontarci: il nostro è un Gruppo speciale perché è composto da Banche speciali. Qualsiasi tentativo di omologazione dovessimo prendere in considerazione non potrà che dare frutti negativi e potrebbe persino portarci all’estinzione. Dobbiamo e vogliamo restare noi stessi, fare leva su quelle che storicamente sono le nostre forze: il localismo, la relazione e i valori umani che sottendono il nostro modo di fare banca.

Non possiamo e non dobbiamo dimenticare la nostra storia e le ragioni profonde per cui siamo nati e ci siamo evoluti negli anni. I principi ispiratori che sono alla base della nostra responsabilità sociale (art. 2 dei nostri Statuti) devono guidarci anche nell’era dei Gruppi Bancari. Essere Banche Locali non vuol dire essere meno importanti, vuol dire anzi avere piena coscienza del nostro ruolo e una profonda conoscenza della nostra tradizione, del nostro territorio e della nostra gente. La dimensione importante la garantirà la Capogruppo, consolidando le attività delle Banche aderenti e fronteggiando per loro, attraverso adeguati investimenti, le incombenze della Vigilanza e le sfide della concorrenza.

Realizzare un Gruppo performante ed efficiente sarà impegnativo e richiederà qualche anno di lavoro, ma la vera sfida sarà farlo mantenendo sempre in evidenza i nostri valori: l’attenzione al territorio e alle persone.

Per fare impresa in modo produttivo e garantire al contempo la nostra missione sociale sui territori avremo bisogno del coinvolgimento di tutti, affinché Capogruppo e singole Banche viaggino sempre con convinzione nella stessa direzione. Il nostro è un progetto entusiasmante che impone certamente un grande cambiamento per svilupparsi, ma che offre anche una grande opportunità: quella di disegnarci da soli il nostro futuro. E come spesso accade l’opportunità comporta anche una grande responsabilità, quella di farlo al meglio. 

Il Gruppo Bancario Iccrea deve sempre ricordarsi che sono le Banche ad essere al centro del grande progetto di Gruppo e che la sua, oltre che una posizione di direzione, coordinamento e controllo deve esser soprattutto una posizione di servizio verso le BCC. 

Le Banche a loro volta devono essere coscienti che i nuovi vincoli derivanti dallo stare in Gruppo sono necessità comuni che permettono di ottenere benefici trasversali, ma impongono anche una responsabilità maggiore. Per questo ciascuna BCC aderente avrà delle obbligazioni supplementari rispetto al passato. Se sino ad oggi rispondeva solo alla propria Compagine Sociale e ai propri Clienti, domani dovrà avere la consapevolezza che i propri risultati, siano essi positivi o negativi, incideranno anche su tutte le componenti del Gruppo. Questo è l’effetto del consolidamento, ma soprattutto delle Garanzie reciproche a cui il Contratto di Coesione ci vincola.

Ecco gli impegni che ci propone il nostro tempo, impegni che porteranno a progetti e riorganizzazioni, in grado di assicurare, con un modello diverso e più consono ai tempi attuali, un futuro luminoso al Credito Cooperativo Italiano, così come lo è stato il passato nei primi 130 anni della sua storia.

 

Giuseppe Maino, è laureato in ingegneria civile al Politecnico di Milano. E’ presidente di Iccrea Banca dal 7 marzo 2019. Dal 1° luglio 2017 è presidente della Bcc Milano, la più grande della Lombardia. E’ vice presidente della Federazione Lombarda delle banche di credito cooperativo. Dal 2018 è consigliere di amministrazione dell’Associazione Bancaria Italiana. Fra i suoi tanti incarichi in società ed enti del movimento cooperativo, anche la presidenza della Bcc di Carugate – luogo di nascita – dal 2002.

Bella da gustare DAL TERRITORIO
autore: Bruno Bruchi
Fotografo e scrittore

NON SONO UN ESPERTO DI ECONOMIA, ma un fotogiornalista innamorato della mia terra e un eno-gastronomo che si gode i suoi frutti, pertanto mi permetto di parlare della provincia dove sono nato dal mio punto di vista, che non è quello prettamente dell’analisi economica.

Probabilmente la fortuna di questo territorio, sicuramente tra i più belli e desiderati d’Italia, è stata quella di essere tagliato fuori dalle grandi vie di comunicazione, niente autostrada, di ferrovia non ne parliamo, figuriamoci un aeroporto. Questa situazione, che può sembrare un problema a lungo andare, ha invece preservato un territorio intatto dal punto di vista paesaggistico e poco antropizzato, tanto che la campagna è ancor oggi quella raffigurata nei “fondo oro” dei maestri senesi del Trecento, nonché custode di un inestimabile patrimonio artistico.

Infatti la fa da padrone il turismo con oltre 1.200 agriturismi e ben quattro sono i siti che l’Unesco ha riconosciuto come Patrimonio Mondiale dell’Umanità: Siena, la Val d’Orcia, San Gimignano e Pienza. Italiani e stranieri hanno scelto spesso questa provincia, ma negli anni il turismo internazionale ha assunto un ruolo decisivo con una spesa che si attesta sui 400 milioni.

In agricoltura la parte del leone la fa la vitivinicoltura con le sue numerose DOC e DOCG. Alcuni dei vini più ambiti nel mondo si producono qui: Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano, Chianti Classico e Vernaccia di San Gimignano che ha ottenuto la DOC, primo vino italiano, nel 1966. 

Questa combinazione favorevole tra bellezza e integrità del territorio fa sì che molti produttori siano in conversione al biologico o al biodinamico e penso che nel prossimo futuro si andranno a costituire veri e propri distretti del bio. Stessa cosa succede nel grano, terra vocata la nostra per il recupero di molte varietà di grani antichi, anche questi sempre più figli di un’agricoltura organica, che diventeranno pane, pasta, dolci tipici e altre prelibatezze.

Chi pensa a una buona bistecca pensa alla chianina e il nome ovviamente viene dalla Val di Chiana con allevamenti bradi di gran livello, dove pascola fin dai tempi degli Etruschi. Mentre una succulenta carne è sicuramente quella del maiale di Cinta Senese, una razza autoctona molto rustica, raffigurata già nel 1338 da Ambrogio Lorenzetti in un famoso affresco conservato nel Palazzo Comunale di piazza del Campo che, partita da qui, ha convinto moltissimi produttori di tutta la Toscana al recupero di grandi appezzamenti di bosco per il suo pascolo.

Anche il formaggio pecorino ovviamente rientra tra i grandi prodotti, nessuno esce da Pienza senza un pezzo di “cacio” stagionato nella cenere, in grotta, nelle vinacce o in ogni altro modo che lo renda unico e goloso. E infine il prezioso e versatile olio extravergine d’oliva, ottenuto dalle cultivar Frantoio, Correggiolo, Leccino e Moraiolo: ottimo come condimento a crudo di verdure, pinzimonio e bruschette, in cottura è ideale per la preparazione dei tradizionali piatti della gastronomia senese in particolare a base di legumi oppure come ingrediente gustoso per zuppe.

Ovviamente la provincia di Siena non è solo agricoltura. Lo sviluppo del settore farmaceutico e dei vaccini negli ultimi anni ha fatto sì che nascesse un vero e proprio polo, intorno al quale gravitano i più grandi scienziati e ricercatori da tutto il mondo, con ovviamente un indotto sempre più in crescita.

Ma anche alcune industrie della Val d’Elsa, dopo anni difficili, stanno ripartendo brillantemente, vedi il settore dei camper, del movimento merci, delle macchine per l’edilizia, degli strumenti di precisione.

L’Università degli Studi di Siena è un ateneo statale fondato nel 1240 con le Scuole di Medicina e Diritto, attestandosi come una delle più antiche università italiane ed europee che ancor oggi attrae molti giovani: gli studenti sono circa 16mila. Senza scordarsi il Santa Maria della Scala, antico ospedale sulla via Francigena, millenario simbolo di accoglienza e di umanità, nonché contenitore di sublimi opere artistiche, essendo attualmente polo museale e culturale. 

Quindi Siena, città chiusa nel suo scrigno medioevale e poco avvezza alla banalità, può più di altre province superare le crisi con la bellezza, l’eleganza, il genio e la bontà dei prodotti delle sue terre, sopravvivendo anche a momenti difficili. La differenza la fanno gli uomini e le donne che devono essere lungimiranti imprenditori, aperti al mondo e alle nuove tecnologie, senza dimenticare quello imparato fin da piccoli, ovvero che il bello e il buono non è cosa da poco.

 

Bruno Bruchi, fotografo pubblicitario ed editoriale, da anni collabora con le maggiori case editrici e riviste italiane ed internazionali. Particolarmente noti sono i suoi volumi a soggetto paesaggistico, artistico, architettonico, ed enogastronomico. Molte delle sue campagne realizzate in ambito pubblicitario hanno ottenuto premi e riconoscimenti a livello internazionale.


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